Lalbanews - Nagorno Karabakh, Baku promette: restaureremo anche le chiese
Dopo l’accordo che ha posto fine all’ennesimo conflitto esploso nel Nagorno Karabakh tra Azerbaigian e Armenia, il confronto si è trasformato in una specie di “guerra delle parole” attorno al futuro delle tante chiese che testimoniano la tradizione cristiana di buona parte degli abitanti di queste terre di confine. A chi denuncia il rischio di saccheggi e distruzioni da parte delle forze azerbaigiane che, in base all’accordo di pace, stanno prendendo il controllo di molti villaggi, risponde il governo di Baku assicurando che tutti i luoghi di culto non solo saranno rispettati, ma che saranno anche restaurati quelli che sono stati colpiti e danneggiati nei bombardamenti.
Al di là di ogni giudizio politico sulle ragioni profonde di questo conflitto, le dichiarazioni del governo dell’Azerbaigian, Paese laico a maggioranza musulmana, sono un importante segnale di appeasement. E’ stato il ministero della Cultura di Baku a diramare una dichiarazione, il 13 novembre, in cui si evidenzia che “in quanto Paese multiculturale e multireligioso, l’Azerbaigian è sempre stato la patria di rappresentanti di tutte le nazionalità e di tutte le religioni che hanno convissuto e lavorato insieme pacificamente per secoli” e che “lo Stato mostra la dovuta attenzione verso la protezione, il restauro e la ricostruzione del proprio patrimonio culturale. La grande comunità cristiana nel nostro Paese – è scritto nella dichiarazione – è parte integrante e attiva della nostra società e i suoi monumenti e luoghi di culto, le chiese, sono completamente protetti dallo Stato azerbaigiano e vengono regolarmente restaurati”.
Non è un caso che durante la sua visita in Azerbaigian nell’ottobre del 2016, papa Francesco abbia definito l’Azerbaigian come “un modello per il mondo” di tolleranza religiosa. “Il restauro e la ricostruzione dei nostri monumenti storici e religiosi, comprese chiese e sinagoghe – conclude adesso la dichiarazione del ministero della Cultura – è parte integrante della politica perseguita dallo Stato azerbaigiano in questo settore”. Il governo azerbaigiano ricorda che negli ultimi 20 anni, la Chiesa ortodossa russa (la Chiesa della cattedrale di Jen-Mironosits), la Chiesa evangelica luterana a Baku, o Chiesa del Salvatore di Baku, e la Chiesa ortodossa russa Alexander Nevsky a Ganja sono state ristrutturate dallo Stato ed è stato anche costruito il Centro religioso e culturale ortodosso di Baku e l’Eparchia dell’Azerbaigian. Inoltre, nell’ambito del progetto della Fondazione Heydar Aliyev “Azerbaijan - Terra di tolleranza”, sono state ristrutturate la chiesa Chotari Albanian-Udi a Gabala e la chiesa ortodossa a Baku, mentre è stata costruita una nuova chiesa: quella dedicata alla Vergine Maria Immacolata Concezione, sempre nella capitale Baku. Nel 2020 la Chiesa albanese della Beata Vergine Maria, nell’insediamento di Nij di Gabala, è stata completamente restaurata dalla Fondazione Heydar Aliyev. E la chiesa armena nel centro di Baku è stata restaurata dallo Stato azerbaigiano e aperta al pubblico. L’Azerbaigian ha contribuito alla protezione dell’eredità cristiana non solo all’interno del Paese. L’esempio più significativo è il restauro delle catacombe di San Sebastiano, a Roma, su iniziativa della Fondazione Heydar Aliyev, compreso il restauro delle catacombe dei Santi Marcellino e Pietro in Vaticano che è stato effettuato nell’ambito di un accordo bilaterale tra la Fondazione Heydar Aliyev e la Santa Sede sul restauro delle catacombe romane.
Un altro esempio è la realizzazione di un monumento al principe Vladimir nella piazza davanti alla chiesa di San Vladimiro per ordine del presidente della Repubblica dell’Azerbaigian, dedicata al 1025° anniversario dell’adozione del cristianesimo in Russia e al 455° anniversario della fondazione di Astrakhan. Inoltre, in Francia, è stata fornita assistenza per il restauro di sette chiese tra il X e il XII secolo negli insediamenti di Saint-Hilaire, Fresnaye-au-Sauvage, Saint-Hilaire-la-Gérard, Tanville, Courgeoût, Réveillon e Mâle nell’Orne.
Tornando al Nagorno Karabakh, il ministero della Cultura dell’Azerbaigian ha assicurato che, insieme alle moschee e ad altri monumenti islamici che pure hanno subito danni, anche “l’eredità cristiana, indipendentemente dalla sua origine, sarà preservata, restaurata e messa in funzione al massimo livello”. Un impegno significativo che arriva all’indomani di un conflitto armato. Con la speranza di voltare pagina anche in questa martoriata parte di mondo.